
Mercoledì 27 aprile è stata una giornata emotivamente intensa per la classe 1LOSA che, accompagnata dai docenti Barbieri e Corradini, si è recata sui luoghi della tragedia del Vajont. Come noto, alle 22:39 del 9 ottobre 1963, un'enorme frana si è staccata dal Monte Toc riversandosi nel bacino artificiale sottostante; ciò ha generato un'onda di proporzioni immani che si è abbattuta sui versanti abitati della montagna e poi ha sorpassato il coronamento della diga, spazzando via in pochi secondi il paese sottostante di Longarone. Nel complesso, le vittime sono state circa duemila.

La visita guidata, svoltasi con l'aiuto di una guida del Parco Naturale delle Dolomiti friulane, si è articolata in due momenti: al mattino la classe ha visitato il Centro Visite di Erto (paesino in parte distrutto dall'onda) dove è presente una mostra permanente inerente la catastrofe; di pomeriggio, invece, i ragazzi hanno fatto visita alla diga, che ha retto all'urto e che ancora oggi è considerata una straordinaria opera di ingegneria idraulica. In seguito, gli studenti hanno camminato per circa un'ora sulla frana, che ha irreversibilmente trasfigurato il paesaggio locale, e che in sessant'anni è diventata ormai un bosco vero e proprio. E' stata dunque anche l'occasione per notare come la natura sappia perfettamente rigenerarsi nonostante le sollecitazioni antropiche.

L'uscita ha coronato il percorso di classe di Educazione Civica e alla cittadinanza (che ha avuto come tema conduttore proprio la tutela dell'ambiente) ma è servita anche per riflettere sul rapporto uomo-ambiente e sulla finitudine dell'essere umano, nonché per per tenere viva la memoria di uno dei disastri più luttuosi della storia repubblicana, epoca che, purtroppo, fatica a entrare nei programmi scolastici.